Centrale Repower Pistoia: La questione approda al Parlamento Europeo

logo_europarlamentoIl Vicepresidente del Parlamento Europeo, On. Roberta Angelilli (Pdl), su sollecitazione di Patrizio La Pietra, Anna Maria Celesti e Alessandro Tomasi e dopo un incontro avuto con il Comitato Bottegone-Badia-Agliana, ha presentato un’interrogazione al Parlamento Europeo sul progetto Repower a Bottegone.
L’ incontro che abbiamo avuto alcuni giorni fa col Vicepresidente del Parlamento Europeo, ha dato la possibilità al Comitato di poter essere portavoce dei cittadini e delle loro preoccupazioni sulla salute, sull’ambiente e sulle attività economiche del territorio.
L’ europarlamentare ha da subito esternato i propri dubbi sul rispetto delle direttive europee, aggiungendo che il tema energetico è al centro della prossima programmazione europea. Dubbi che potrebbero far pensare che i promotori di questa vicenda intendano attingere a fondi per le aree industriali in crisi. Ecco il testo dell’ interrogazione presentata, concordata con il Comitato:

Nel 2010 la Regione Toscana, insieme alla Provincia ed al Comune di Pistoia hanno firmato un protocollo d’intesa per la realizzazione di una centrale termoelettrica a metano a ciclo combinato nell’area del vecchio stabilimento Radicifil di Pistoia. Nel 2011 la società svizzera Repower ha presentato la documentazione per la costruzione del futuro impianto e nel dicembre 2012 la Giunta della Regione Toscana ha approvato la valutazione di impatto ambientale. Tuttavia, i cittadini sono fortemente preoccupati. Nel raggio di circa due chilometri dal luogo dove è previsto l’insediamento della centrale da 245 MWt esistono numerose frazioni (Bottegone, Ponte alla Pergola, Badia a Pacciana, Chiazzano, Canapale, etc.) con circa 10.000 abitanti e il centro di Pistoia dista meno di 4 Km. La costruzione del nuovo impianto brucerà annualmente metano in una quantità pari a circa sei volte la popolazione di Pistoia, scaricando in aria circa 180 tonnellate all’anno di ossidi d’azoto che si trasformeranno per la maggior parte in polveri sottili e ozono. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che non si può fissare una soglia minima al di sotto della quale certamente le PM 10, PM 2,5 e PM 0,1 non esercitino degli effetti negativi sulla salute. Pertanto si temono forti ripercussioni non solo sulla salute ma anche sulle attività produttive e l’ambiente. Infatti, l’intero territorio è caratterizzato da una forte presenza di aziende agricole ed agriturismi che danno occupazione a migliaia di famiglie, ma che con la costruzione della centrale rischiano di veder sparire l’unica risorsa che oggi hanno. Infine, nell’area contigua a quella in cui è prevista la costruzione della centrale è già presente un centro per il trattamento di rifiuti liquidi pericolosi, che ha già reso l’intera area fortemente compromessa.
Ciò premesso, e considerato che la cittadinanza non è stata mai adeguatamente consultata né formalmente coinvolta nel processo decisionale, secondo le dovute procedure, come previsto dall’ art. 2 della Direttiva 2003/35/CE, può la Commissione far sapere:
– se sono state rispettate le disposizioni degli articoli 168 del TFUE e dell’articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE;
– se è stata correttamente esperita la procedura di valutazione d’impatto ambientale preventiva e se esistono o meno le condizioni previste dalla Direttiva 2011/92/CE;
– se siano state effettuate le procedure obbligatorie di pubblicità ed informazione alla cittadinanza (VIA e VAS);
– se è stato previsto un piano di bonifica e riqualificazione dell’intera area interessata, come prevede la Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale.
– se nell’ambito della realizzazione della Centrale termoelettrica, la Società Repower o altri soggetti coinvolti nella realizzazione, abbiano ricevuto o richiesto fondi comunitari diretti o indiretti.

3 Commenti a “Centrale Repower Pistoia: La questione approda al Parlamento Europeo”

  1. By Paolo Maz, 24 Febbraio 2013 @ 11:18

    Buongiorno a tutti.
    Emiliano basta, per cortesia, non è così che dobbiamo procedere. Non si può mettere in campo addirittura il Vicepresidente del Parlamento Europeo. Segui il ragionamento (e anche gli altri del comitato se ci arrivano). Siamo in Toscana dove c’è un autodidatta esperto di genetica, economia, fisica –specializzato in nanoparticelle-, chimica, meccanica, elettromagnetismo, dinamiche sociali, dinamiche del lavoro. Se poi assimiliamo la coppale ai colori in senso lato e quindi alla pittura, direi che abbiamo in casa un novello Leonardo, direi sputato al genio rinascimentale –anche lui era autodidatta-. E allora che bisogno c’è di tutto questo casino ? Affidiamo anima e corpo a lui e chiuso, saprà scegliere il meglio per tutti. Io per primo, mi è stato detto più volte, Tu, Tommaso, gli altri, ma con quale ardire e cognizioni osiamo affermare che la centrale inquina, che i fanghi dovranno essere smaltiti, che i posti di lavoro sono inesistenti (proprio inesistenti), che il valore delle case crollerà, che verranno tolte le certificazioni classificando l’area come insalubre (ma poi, ha ragione il novello, perché classificarla insalubre se respireremo meglio e il panorama sarà più bello!). Io, veramente, farei decidere a Lui perché il ragionamento che propone è profondo, logico, filosoficamente corretto, tiene conto di tutti gli aspetti economici, smonta di volta in volta tutte le eccezioni che vengono proposte. Il distillato di questo ragionamento possiamo sintetizzarlo in queste parole: “se a Pistoia usiamo la corrente allora la centrale deve essere costruita e l’inquinamento prodotto non conta perché inquinano già i piantaioli ”. Scusate, non volevo scendere così in basso ma non c’è alternativa; prometto che da oggi non lo farò più, anzi adesso, nel mio piccolo, scrivo un commento politico in merito alla riunione della Casa del Popolo. Ciao.

  2. By Paolo Maz, 24 Febbraio 2013 @ 15:27

    Martedì ero anch’io alla casa del popolo. Bellissima riunione e interventi spettacolari, gente tosta e non disposta a cedere. Sono totalmente d’accordo con il comunicato del comitato in merito a i contrasti verificatisi nell’incontro e con l’interrogazione presentata al Parlamento Europeo da parte dei politici locali del PDL che ringrazio. Sinceramente non credo possibile dare ascolto a politici, sindacalisti e tecnici presenti all’incontro che sappiamo già dove vogliono arrivare e quindi giustificano semplicemente l’obiettivo da raggiungere; cioè mettono in atto il processo inverso a quello che dovrebbe essere in realtà. Il problema non è la VIA o l’AIA che tutti sappiamo sono figlie del 6 politico, come dice Paolieri, ma una scelta politica ed etica da parte dei nostri politici, sindaco, presidente della provincia e assessori, in particolare Lombardi. In sostanza secondo me il vulnus della questione è il concetto di progresso che vogliamo proporre alla società in genere e ai nostri figli. Il sindaco e i citati sopra, devono smetterla di nascondersi dietro la VIA e l’AIA e quanto di lecito la legge consente o non consente. Secondo me devono dire ai cittadini come la pensano in modo chiaro ed esplicito, loro sono politici. Faccio un esempio, in questi giorni sono uscite notizie relative alla nuova destinazione dell’ex Valiani. Sembra che il sindaco si sia espresso per un no al cambio di destinazione dell’immobile che dovrebbe essere occupato da una banca. Questa è una scelta politica/etica/filosofica perché non credo che il sindaco sia contro le banche, ma credo che abbia una diversa concezione di come il centro storico, bene comune, debba essere utilizzato; questo nonostante tutti i problemi che comporta, in primis alla famiglia Valiani che non incassa il reddito sul proprio immobile e quindi, in un ideale parallelo, possiamo accumunare ai disoccupati Radici. Quindi, quando martedì il sindaco si è presentato affermando che pur in prossimità delle elezioni era disposto a discutere del progetto Repower nei suoi aspetti tecnici, implicitamente ha affermato che non voleva esporsi politicamente e che il voto di oggi avrebbe potuto essere valutato come un referendum sulla volontà dei cittadini. E’ chiaro che questo solo nel caso di tenuta della maggioranza nei distretti interessati. Un po’ il contrario di quanto affermato da Bartolomei quando disse, alla Capannina, che nonostante tutto noi, in generale ovviamente, continuavamo a votare PD. Ora il concetto, e qui secondo me il comitato dovrebbe prendere posizione prima del risultato del voto, è che i cittadini, che sono eticamente corretti, non votano in base al loro interesse personale ma in base all’interesse generale; cioè il sindaco mentre parla degli altri –noi- sembra pensare a come si comporta lui. Io invece, essendo l’elezione nazionale, voto in base a quello che ritengo essere l’interesse della nazione e non mio, come sono sicuro faranno tutti i miei compaesani pistoiesi. Questo nonostante il centro di PT sia a soli 4Km dalla Radici e quindi in piena zona rischio. Per il problema Repower il terreno di confronto non sono le votazioni di oggi, ma le idee. Quindi invito il sig. Sindaco, il Presidente della Provincia e i politici tutti a non utilizzare il voto come strumento di espressione dei cittadini in merito al problema Repower. Insomma, è chiaro a tutti che alla fine la Repower presenterà l’ennesimo progetto con l’ennesima variante che rispetterà tutte le regole; è chiaro, limpido, inequivocabile. Ma allora il sindaco e gli altri devono dire una parola chiara subito, la salute dei cittadini non è e non può essere in vendita perché non ha prezzo, è un bene incedibile, come la morale, l’etica, l’onestà, e quindi essendo incedibile non ha prezzo. Aggiungo che è impossibile che una persona della cultura del sindaco non comprenda le motivazioni addotte dal comitato; che non comprenda, per esempio, che i dieci posti a latere non esistono, uno nella sua posizione conosce le dinamiche aziendali e quindi comprende se la Repower dice la verità. Quindi, siccome sono sicuro che comprende, o si esprime politicamente per un no netto oppure ci spiega chiaramente perché non blocca il progetto.

  3. By tommaso ago, 24 Febbraio 2013 @ 21:46

    il problema è che siamo abituati all’idea che un progetto possa e debba vedere la luce solo se serve a qualcosa.questa zona è adatta ? ci saranno abbastanza clienti ? quanto venderò ? a chi ?

    questo è un concetto ancora valido per i cittadini sfigati che pagano le tasse e vogliono aprire attività come bar, mesticherie, pizzerie…

    al tempo delle multinazionali e delle unioni europee, questo concetto del servizio è superato.
    un progetto serve ad attrarre capitali. punto e basta. quanto più il progetto è avulso dalla realtà, quanto più è attraente per i capitali, che possono compiere la speculazione senza gravami e legami di alcun genere.

    trovo ridicola la contrapposizione tra industria e vivaismo, nel caso della centrale repower.

    la vera contrapposizione è quella tra economia del territorio ed economia speculativa.

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